Affinchè due apparati radio possano comunicare tra loro, occorre che il segnale trasmesso da uno sia ricevuto dall’altro e viceversa.
La distanza e gli ostacoli che si frappongono tra i due apparati, unitamente alle frequenze ed alle potenze impiegate, fanno sì che ciò non sia possibile nella maggioranza dei casi. Ecco allora che si ricorre ai ripetitori: si tratta in sostanza di apparati composti da due radio, una che riceve e l’altra che trasmette, collegate tra loro mediante opportuni circuiti di controllo.
Funziona così (vedi img. 1):
- quando si preme il pulsante PTT sulla radio A, essa inizia a trasmettere sulla frequenza F1 (detta appunto frequenza di trasmissione);
- la radio RX del ponte ripetitore, quando riceve il segnale sulla frequenza F1, lo inoltra alla radio TX che lo ritrasmette sulla frequenza F2;
- le radio B, C, D ricevono il segnale sulla frequenza F2 (detta appunto frequenza di ricezione);
Ma perché servono due frequenze? Semplice: se la radio RX ricevesse su F1 e la radio TX ritrasmettesse su F1, il segnale di TX uscita rientrerebbe in RX mantenendo il sistema in trasmissione continua. Le due frequenze devono inoltre avere uno shift sufficiente ad evitare interferenze.
IMG.1
Un ponte ripetitore, per essere efficiente, deve essere installato in una posizione che sia sopraelevata rispetto agli apparati che lo utilizzano; questo in quanto la frequenza VHF impiegata ha una portata quasi ottica